sabato 26 novembre 2016

Camillo Filippo, detto Calippo  /
è indubbiamente un gatto ma  /
il suo sguardo blues ne ha viste troppe  /
per non aver imparato  /
a infischiarsene  /
delle gerarchie del creato.  /
Castrato, la pancia gli è cresciuta  /
e lentamente ora procede  /
rossa bayadera  a cercare /
l’acqua di cui è ghiotto. /
Ne è un assaggiatore infatti  /
l’annusa e la degusta  /
la mastica persino  /
con l’aria di un intenditore  /
succhiandola dai getti  /
delle pompe da giardino.  /
Non disdegna i croccantini  /
ma soprattutto è la compagnia  /
di chiunque quella che festeggia  /
con fusa da trattore, una litania  /
di mille calabroni dedica  /
a composta distanza  /
a chi ne accetta la presenza.  /
L’oro del suo sguardo ammicca  /
un saluto poi, ondeggiando  /
l’ampio ventre beato  /
sparisce silenzioso oltre il prato.  /
Contento d’essere stato  /
così, a modo suo  /
anche d’amore dissetato.  /







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