lunedì 1 maggio 2017

Requiem per un tram  /

Ottantaquattro anni.  /
Per tanti sono molti  /
per noi ancora nulla: a un nonno  /
dire addio non consola  /
che abbia a lungo vissuto  /
se con lui si è cresciuti  /
se i nostri giorni ha portato  /
in groppa sulle panche di legno  /
e di notte i sogni rischiarato  /
dai sobri calici delle lampade  /
quasi Liberty: che un salotto  /
sembrava, fatato  /
quando vuoto nell’ultima  /
corsa appariva  /
e la notte silenzioso percorreva.  /
Prima verde e poi giallo  /
come le foglie ora  /
stai per andare.  /
Hai attraversato i nostri passati  /
le macerie dei bombardamenti  /
la ricostruzione e la ripresa  /
gli anni di piombo e gli ottanta da bere  /
altre bombe e altre crisi  /
finché è stato deciso  /
che tu fossi di troppo.  /
Ma davvero non eri  /
solo ferro e bulloni  /
per noi non ci sono ragioni  /
a questo strappo e il groppo  /
che ci annoda il cuore  /
solo consola il pensiero  /
che se il nome di un tram  /
può essere desiderio è  /
serio anche volere  /
che tu debba tornare  /
tram numero ventitre  /
sferragliante in un futuro  /
dove anche le cose, la materia  /
tutto ciò che si ama  /
ci sia reso o /
comunque  /
per sempre dura.  /


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