Requiem per un tram /
Ottantaquattro anni.
/
Per tanti sono molti
/
per noi ancora nulla: a un nonno /
dire addio non consola /
che abbia a lungo vissuto
/
se con lui si è cresciuti
/
se i nostri giorni ha portato /
in groppa sulle panche di legno /
e di notte i sogni rischiarato /
dai sobri calici delle lampade /
quasi Liberty: che un salotto /
sembrava, fatato /
quando vuoto nell’ultima
/
corsa appariva /
e la notte silenzioso percorreva. /
Prima verde e poi giallo
/
come le foglie ora /
stai per andare. /
Hai attraversato i nostri passati /
le macerie dei bombardamenti
/
la ricostruzione e la ripresa /
gli anni di piombo e gli ottanta da bere /
altre bombe e altre crisi
/
finché è stato deciso
/
che tu fossi di troppo.
/
Ma davvero non eri /
solo ferro e bulloni
/
per noi non ci sono ragioni
/
a questo strappo e il groppo
/
che ci annoda il cuore
/
solo consola il pensiero
/
che se il nome di un tram
/
può essere desiderio è /
serio anche volere /
che tu debba tornare
/
tram numero ventitre
/
sferragliante in un futuro
/
dove anche le cose, la materia /
tutto ciò che si ama
/
ci sia reso o /
comunque /
per sempre dura. /
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