martedì 26 gennaio 2016

Sono il gatto custode /
del campo di Auschwitz. /
Vivo sotto la scritta /
all'ingresso principale /
"il lavoro rende liberi". /
Sto lì, austero /
anche con la neve /
a quaranta sotto zero. /
Mi hanno dato un nome /
anzi due e da uomo /
ma senza ragione. /
Non c'erano nomi /
in questa prigione e non l'uomo /
solo un animale /
è degno di vegliare /
il suo silenzio: noi /
dell'anima non possiamo /
fare senza, noi non siamo /
criminali. Qui sono /
anche per ricordare /
i miei simili che furono vietati /
ai milioni che avete assassinato. /
Con che coscienza ci avete strappato /
a chi avete deportato? /
Ai bambini /
dal camino passati /
tolto avete anche noi amici /
negando anche questo /
un cane, un micio /
alla loro breve vita. /
Forse ciò non ha importanza /
giunti comunque /
a questa meta. /
Io però qui sotto sto /
unico gatto schiavo: ricordare /
è il mio lavoro, nella memoria /
il cuore ho /
per sempre chiuso a chiave. /

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